martedì 29 settembre 2020

LOCATION: HOTEL BARON - ALEPPO -SIRIA

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Hotel_Baron


Camera 202. La stessa che aveva usato ai tempi l’agente segreto, scrittore e archeologo Thomas Edward Lawrence. Arredamento essenziale. Mobili di legno scuro. Pareti bianche. Qualcuno aveva definito quel posto un costoso rudere per orfani dell’Orient Express. Niente di più vero al mondo. L’atmosfera che aleggiava era profumata di spezie e sapeva di languido, come il ricordo dolce di un tempo che non potrà più tornare.



Scese la gradinata di marmo che portava all’androne prospiciente l’ingresso dell’albergo. Notò che non c’era l’addetto alla reception. Forse stava accudendo qualche nuovo ospite.
Raggiunse la saletta del bar e anche lì tutto appariva stranamente deserto. I tavolini per fare colazione erano vuoti. E non c’era nemmeno il barista dietro il bancone. La cosa non era normale e un campanello di allarme risuonò nella sua mente. Pensò che non aveva armi con sé. Nemmeno in camera. Non si poteva entrare in un paese come la Siria armati, nemmeno con l’ausilio di un passaporto diplomatico, cosa che lui comunque non possedeva.


 

Cogliendo un movimento alle sue spalle, si volse allarmato, e si trovò di fronte una donna dai tratti arabi, gli occhi così chiari da sembrare trasparenti, il naso alla Barbra Streisand, jeans, camicia, e fazzoletto nero sulla testa. Lo apostrofò con aria truce. — Stavo proprio per venire a prenderti, Bruce. — La voce grossa, da raffreddore, che lui ricordava molto bene.
Era una dei componenti dei Commandes. Fatima Almeida: esperta informatica e assassina. Una tipa arrogante con cui aveva avuto una fugace storia di sesso, prima di conoscere Chandra.
— Quindi ti ho risparmiato la fatica, Almeida. — Julian stava avvertendo una spina di apprensione. Col mestiere che faceva, immaginarsi un pericolo sempre e comunque era una cosa che gli veniva automatica. Restò a fissare gli occhi slavati di quella donna, stringendo i pugni per prepararsi a difendersi nel caso si fosse mostrato necessario. Le rivolse un sorrisino di scherno. — Sei la nuova barista? — chiese.
— Lui ti sta aspettando sulla terrazza esterna, Bruce.

 

Jean Pierre era seduto a uno dei tavolini. Con una bottiglia di arak davanti e due bicchieri già pieni. Stava leggendo un dépliant dell’hotel. Alzando gli occhi su Bruce, il suo viso s’illuminò in un sorriso di benvenuto. — Sorpresa, sorpresa... — disse con fare ironico.
Bruce si avvicinò e gli si sedette di fronte.
Voluntas posò il dépliant. — Sai che su questa terrazza pare venisse a scrivere Agatha Christie, quando soggiornava in questo albergo? Si dice che abbia partorito qui Assassinio sull’Orient Express...
— Sei diventato un appassionato di romanzi gialli, Jei Pi?
— Adoro quando mi chiami così, Juli. No, non mi piacciono particolarmente. Preferisco i romanzi d’azione. Ma è interessante la storia di questo posto. Per esempio, la tua camera...
— Ci ha dormito Lawrence d’Arabia, lo so già... — Bruce produsse un sorrisino senza allegria. — Se vuoi possiamo stare qui a parlare amabilmente di letteratura e dei trascorsi storici dell’Hotel Baron per ore e ore...
Passi di: Lancaster Reno Jo. “Il Provocatore. Come il mondo vuole (Segretissimo)”

 


 

https://www.amazon.it/Provocatore-Come-mondo-vuole-Segretissimo-ebook/dp/B08GYBCXQX/ref=zg_bs_14198012031_14?_encoding=UTF8&psc=1&refRID=91X3R07B0CHQRDX2EGAP

Nessun commento:

Posta un commento